L'inizio del 2022: l'alta domanda di petrolio e ciò che l'ha preceduta
Osservando il grafico dei prezzi a lungo termine riportato di seguito, è evidente che il petrolio stava entrando nel 2022 a livelli di lungo periodo superiori alla media. Il prezzo al barile di circa 70 dollari era superiore a quello a cui siamo abituati sia per il WTI statunitense che per il Brent del Mare del Nord. Soprattutto se consideriamo l'andamento dal 2015. Il petrolio più costoso è stato determinato da un significativo aumento della domanda causato dal coronavirus. Questo ha causato il blocco virtuale del mondo intero nel 2020, bloccando la domanda di petrolio. Molti di voi probabilmente ricordano ancora il crollo senza precedenti in numeri negativi del petrolio WTI causato da questa situazione.
Petrolio WTI su grafico D1 in piattaforma MT4
Con il graduale allentamento delle restrizioni sul coronavirus, la fame di viaggi è cresciuta gradualmente e con essa la domanda di petrolio. Il prezzo del petrolio è quindi salito gradualmente ai massimi di lungo periodo. Tuttavia, c'è un altro fattore importante da notare: nel periodo precedente al coronavirus, il settore petrolifero era da tempo sottoinvestito, in quanto le economie occidentali si stavano spostando da esso verso le fonti di energia rinnovabili. Di conseguenza, il numero di piattaforme petrolifere attive negli Stati Uniti è diminuito da circa 1.600 a meno di 200 tra il 2014 e il 2020. Il mercato petrolifero non era quindi certamente preparato al grande shock che sarebbe arrivato nel 2022.
Numero di impianti di trivellazione attivi negli Stati Uniti (conteggio degli impianti di trivellazione di Baker Hughes), fonte: Investing
Febbraio 2022: l'aggressore russo entra in scena - il prezzo del petrolio sale
Lo shock in questione è ovviamente l'incursione delle truppe russe in Ucraina, che ha sconvolto il mondo e i suoi mercati causando un'enorme incertezza a causa della dipendenza dell'Europa dal petrolio e dal gas russo. Il petrolio Brent e WTI non ha tardato a reagire, dato che poco dopo entrambi gli strumenti hanno raggiunto i livelli ATH del 2008. L'elevato prezzo del petrolio ha inoltre reso il carburante significativamente più costoso, il che si è tradotto in un aumento dell'inflazione, che viene tuttora sperimentato da quasi tutti i Paesi.
Naturalmente, questa situazione non è stata negativa per tutti: i Paesi del cartello OPEC, per i quali le esportazioni di petrolio sono una delle principali fonti di entrate per i bilanci nazionali, si sono riempiti le tasche. Anche le compagnie petrolifere non se la passano male.